Il design di qualità è semplice! E che sia così lo conferma anche “Parentesi”.
Un assoluto esempio di minimalismo in cui tutto è spogliato del superfluo e ridotto all’esseziale e al necessario. Filosofia che è poi una conferma della coerenza di tutta la produzione di Achille Castiglioni. In un’intervista su Domus 779 del febbraio 1996 Castiglioni diceva: “ Il minimalismo non è un non far nulla perchè è più comodo, il minimalismo formale non è di per sè sufficiente, deve corrispondere a un’idea di concetto, ed esiste dalla preistoria questa tendenza a fare il minimo, però in forma ingegnosa ed efficiente”.
L’idea iniziale di “Parentesi” venne abbozzato da Piero Manzù che però scomparve nel 1969 prima che la lampada venisse definita progettualmente. Manzù ne aveva comunque immaginato il sistema di funzionamento e ne aveva intuito l’innovativa forma/funzione. Una lampada interagibile che avesse diverse altezze a seconda delle esigenze. La volontà era quella di avere un corpo, inizialmente una scatola cilindrica, con una fessura per il passaggio della luce, che scorrendo lungo un’asta poteva essere posizionata a diverse altezze e fermata nella posizione scelta tramite una vite.
Da questo momento in poi fu la mano del maestro Castiglioni, attraverso una serie di evoluzioni a dare l’aspetto attuale a Parentesi. Castiglioni decise di sostituire all’asta un cavo metallico sospeso a soffitto mediante un gancio ad espansione con copriforo metallico e un contrappeso cilindrico in piombo rivestito in gomma nera. Un tubo di acciaio, sagomato a parentesi, scorre lungo il cavo d’acciaio. E’ proprio questa forma deviata del tubo a determinare l’attrito lungo il tirante e a permettere il bloccaggio della posizione, altrimenti tenderebbe a scivolare! Il tubo si muove solo se gli viene applicata una forza esterna volontaria verso l’alto o verso il basso, senza intervento mantiene la posizione senza alcun sistema di serraggio. Sul tubo è poi investito un piccolo manicotto in gomma che rimane in posizione senza viti sul quale è montato un secondo manicotto di gomma che contiene il portalampada che può ruotare liberamente permettendo di orientare a piacimento il fascio di luce. La sorgente luminosa è una semplice lampada con attacco Edison e dotata di verniciatura argentata del retro in modo da direzionare la luce senza riflettori esterni.
Il risultato è un ibrido originale, la possibilità di avere più possibili lampade in un’unica soluzione: sospensione ma anche piantana, orientabile ma anche applique, qualcosa di mai visto prima tanto da divenire un’icona dell’illuminazione e del design italiano! Un sistema semplice e geniale: pochi elementi componenti: un cavo portante in treccia d’acciaio, un tendicavo nautico, un tubo d’acciaio, un peso in piombo rivestito di elestometro nero, due manicotti, un portalampada e una lampadina da 150 watt e “Parentesi” è pronta!
Prodotta dal 1971 da Flos, con tubo nelle colorazioni nero, bianco, rosso, nichelato e dorato, oggi è disponibile anche in versione dimmer.
Ciò che manca oggi di Parentesi e della sua versione iniziale,è il suo originale packaging con cui veniva venduta. Un packaging in materiale plastico trasparente, realizzato con la tecnica della formatura in cui ogni elemento sembrava essere sottovuoto,un kit di montaggio perfettamente visibile e incastrato. Questo imballo, composto da due gusci speculari, uno trasparente e uno bianco di base facilmente trasportabile tramite due maniglie laterali ricavati nella confezione stessa.
Anche il packaging faceva parte del progetto, costituendo già da solo un progetto! Sarebbe bello poter acquistare Parentesi di nuovo così! Chissà che Flos non pensi di riproporlo, magari per il 50enario…
attendiamo fiduciosi!
#weLoveAchille