“Osservatorio è uno sguardo ravvicinato sul progetto, che vuole dare voce ai talenti progettuali che operano nella città di Roma e nei suoi dintorni. È una mappatura di quello che esiste vicino a noi nel mondo del design.
È un modo di raccontare come lavorano tanti progettisti in questo luogo così denso di storia e memoria. È il desiderio di farsi conoscere e di entrare in contatto con chi ci è vicino. È una maniera di esaltare la diversità e la varietà di questa città, per rispondere in modo propositivo alla sua dispersività e indifferenza.
È la voglia di prendersi cura di chi sta nascendo da poco nel mondo del progetto, ma anche di tributare il giusto merito a chi, per farsi conoscere, è stato costretto ad andare spesso troppo lontano dalle sue radici. È una possibilità di abitare il nostro territorio”.
Domitilla Dardi
“Festa è il primo appuntamento di questa rassegna, che vede come protagoniste le bellissime ceramiche di Coralla Maiuri insieme alle scenografiche luminarie di Sabina Belfiore Lucovich.
Coralla Maiuri presta la sua forte sensibilità alla creazione di ceramiche e porcellane che sembrano sognanti e familiari allo stesso tempo. È come se piatti, ciotole, tazze, vasi, sculture e giare fossero piccoli universi. Le sue collezioni da tavola si ispirano all’arte rinascimentale e barocca, alle realizzazioni dell’artigianato italiano e alla natura. Le tazze e infine le giare sono pezzi unici ed irripetibili in cui sperimenta nuove soluzioni.
Luminarie, la realizzazione evocativa di Sabina Belfiore Lucovich, è uno studio espressivo sulla luce, in continua evoluzione, definita ed interpretata unicamente attraverso pattern e piccoli punti luce. Forme minimali, eteree, ipnotiche e silenziose, realizzate a mano con puro rame e micro LED. L’ispirazione viene da un ricordo: le luci delle feste popolari nei paesi del Meridione”.
Domitilla Dardi
“Festa è il primo appuntamento di questa rassegna, che vede come protagoniste le bellissime ceramiche di Coralla Maiuri insieme alle scenografiche luminarie di Sabina Belfiore Lucovich.
Coralla Maiuri presta la sua forte sensibilità alla creazione di ceramiche e porcellane che sembrano sognanti e familiari allo stesso tempo. È come se piatti, ciotole, tazze, vasi, sculture e giare fossero piccoli universi. Le sue collezioni da tavola si ispirano all’arte rinascimentale e barocca, alle realizzazioni dell’artigianato italiano e alla natura. Le tazze e infine le giare sono pezzi unici ed irripetibili in cui sperimenta nuove soluzioni.
Luminarie, la realizzazione evocativa di Sabina Belfiore Lucovich, è uno studio espressivo sulla luce, in continua evoluzione, definita ed interpretata unicamente attraverso pattern e piccoli punti luce. Forme minimali, eteree, ipnotiche e silenziose, realizzate a mano con puro rame e micro LED. L’ispirazione viene da un ricordo: le luci delle feste popolari nei paesi del Meridione”.
Domitilla Dardi
“Un oggetto può viaggiare molto nel tempo e nello spazio, perché le cose materiali raccontano le nostre storie e ci sopravvivono. Ma quando gli oggetti nascono da un incontro tra persone, dal vissuto di chi le progetta e chi le realizza, dallo scambio di punti di vista, allora la storia che narrano è sempre quella dei loro territori. L’Osservatorio di Cantiere Galli Design si apre al dialogo tra terre di origine, di adozione, di affezione e a quelle che ci hanno scelto”.
Domitilla Dardi
Territori è il secondo appuntamento di Osservatorio, rassegna che questa volta vede protagonisti i progetti dei due giovani studi romani: Studio Lunik e Manufatto. Riconoscendo entrambi il ruolo centrale dell’artigianalità nel progetto, i loro lavori sono frutto di due diversi approcci al Territorio, uno pone l’attenzione sulla presenza di contaminazioni culturali di una zona ben definita di Roma, l’altro interagendo con una rete di tradizioni lavorative locali.
Studio Lunik, la coppia di architetti Federica Vazzana e Domenico Paparelli, lavora sviluppando progetti indipendenti, focalizzati su un approccio creativo a tradizioni e scambi multiculturali nel contesto urbano.
Manufatto, il duo di designer composto da Ilaria Aprile e Davide Gallina, fanno della sinergia tra il designer e la manualità dell’artigiano, la chiave della loro produzione.
“Un oggetto può viaggiare molto nel tempo e nello spazio, perché le cose materiali raccontano le nostre storie e ci sopravvivono. Ma quando gli oggetti nascono da un incontro tra persone, dal vissuto di chi le progetta e chi le realizza, dallo scambio di punti di vista, allora la storia che narrano è sempre quella dei loro territori. L’Osservatorio di Cantiere Galli Design si apre al dialogo tra terre di origine, di adozione, di affezione e a quelle che ci hanno scelto”.
Domitilla Dardi
Territori è il secondo appuntamento di Osservatorio, rassegna che questa volta vede protagonisti i progetti dei due giovani studi romani: Studio Lunik e Manufatto. Riconoscendo entrambi il ruolo centrale dell’artigianalità nel progetto, i loro lavori sono frutto di due diversi approcci al Territorio, uno pone l’attenzione sulla presenza di contaminazioni culturali di una zona ben definita di Roma, l’altro interagendo con una rete di tradizioni lavorative locali.
Studio Lunik, la coppia di architetti Federica Vazzana e Domenico Paparelli, lavora sviluppando progetti indipendenti, focalizzati su un approccio creativo a tradizioni e scambi multiculturali nel contesto urbano.
Manufatto, il duo di designer composto da Ilaria Aprile e Davide Gallina, fanno della sinergia tra il designer e la manualità dell’artigiano, la chiave della loro produzione.
“Forma è una delle parole più utilizzate nella storia in associazione al concetto di design. La forma delle cose, quella stabilità dagli uomini e dal tempo, è uno degli elementi fondanti il progetto. Eppure, dopo la deriva formalistica degli anni ’80 e ’90, la parte formale del progetto conosce un periodo di forte contestazione critica.
Il design speculativo e concettuale degli anni 2000 porta l’attenzione verso altri aspetti e il processo costruttivo prende il sopravvento. A volte anche a costo del sacrificio della forma stessa. Nel campo dell’industrial design, tuttavia, essa è sempre rimasta al centro. Che segua la funzione o meno, la forma è il modo attraverso il quale gli oggetti entrano in contatto con noi.
Due generazioni di designer di prodotto, lo Studio Angeletti e Ruzza e Giovanni Botticelli, portano avanti con rigore e pensiero il progetto della forma e raccontano al pubblico di Cantiere Galli Design cosa guida le loro scelte e il perché del risultato finale dei loro lavori”.
Domitilla Dardi
“Forma è una delle parole più utilizzate nella storia in associazione al concetto di design. La forma delle cose, quella stabilità dagli uomini e dal tempo, è uno degli elementi fondanti il progetto. Eppure, dopo la deriva formalistica degli anni ’80 e ’90, la parte formale del progetto conosce un periodo di forte contestazione critica.
Il design speculativo e concettuale degli anni 2000 porta l’attenzione verso altri aspetti e il processo costruttivo prende il sopravvento. A volte anche a costo del sacrificio della forma stessa. Nel campo dell’industrial design, tuttavia, essa è sempre rimasta al centro. Che segua la funzione o meno, la forma è il modo attraverso il quale gli oggetti entrano in contatto con noi.
Due generazioni di designer di prodotto, lo Studio Angeletti e Ruzza e Giovanni Botticelli, portano avanti con rigore e pensiero il progetto della forma e raccontano al pubblico di Cantiere Galli Design cosa guida le loro scelte e il perché del risultato finale dei loro lavori”.
Domitilla Dardi